CAPITOLO 2-
Billie sentì il freddo della lama sfiorargli la gola; non riuscì a emettere un sibilo mentre la pressione della mano sul coltello si faceva più pesante.. La sua bocca si riempì lentamente di saliva ora che non riusciva nemmeno a deglutire, paralizzato dal terrore..
Di colpo l’uomo si fermò. Billie si chiese se fosse salvo, o se fosse soltanto un espediente per farlo soffrire ancora di più.
Tirò un incerto sospiro di sollievo e riaprì gli occhi per capire cosa fosse successo.
L’uomo si era allontanato; poteva scorgere la sua ombra in un angolo della stanza illuminato da una piccola torcia appoggiata orizzontalmente su un piano. Aveva posato il coltello e ora teneva in mano un piccolo oggetto; un cellulare avrebbe detto.
Cercò di divincolarsi da quelle corde che lo stringevano, ancora una volta, inutilmente.
L’ombra si alzò alle sue spalle e si avvicinò di nuovo.
-Che c’è Green Day, hai fretta di andartene? Abbi ancora un po’ di pazienza –
La voce metallica, sempre più inquietante..
-Chi sei?-sibilò Billie.
-Chi sono io non ti riguarda. Lo scoprirai.. a tempo debito –
-Cosa vuoi da me? –
-Allora, mettiamo in chiaro le cose. Non ti è dato sapere dove siamo, chi sono io e cosa voglio da te. Quindi smetti di fare domande –
Billie notò come il tono della voce rimaneva regolare, senza alterazioni.
-Ma cosa devo fare io? – la sua voce a differenza di quella dell’uomo, era lamentosa e mostrava tutta la sua preoccupazione.
-Ti avevo detto di non fare domande. Ma dato che proprio non riesci a lasciarmi in pace te lo dirò. In fondo, sono davvero curioso di vedere la tua espressione quando saprai tutto quanto –
Billie attese con impazienza durante quei pochi secondi di pausa..
-Io voglio da te una cosa che solo tu puoi darmi, ma non è niente di materiale –
-Allora cos’è? –
-E’ semplice, io voglio il potere, e tu me lo darai –
-Non capisco – disse perplesso.
-Tu non devi capire, devi solo stare zitto e smetterla di agitarti perché tanto la corda non si sposta. Io avrò potere, avrò potere su di te e questo mi darà la cosa che sogno da una vita, l’unica cosa che mi tiene legato a questo mondo infame e mi impedisce di spararmi un colpo in bocca.. Vendetta –
Billie in preda ad un attacco di panico iniziò a dimenarsi, si sentì tremare, il respiro si fece più corto come se stesse soffocando e la paura che non ne sarebbe uscito vivo era sempre più forte..
Iniziò a urlare, continuando a dimenarsi.
L’uomo lo afferrò per i capelli stringendo forte con la mano destra, e con la sinistra gli tappò la bocca.
-adesso mi stai facendo incazzare Green Day –
Ripeté quel nome con disprezzo.
- Io ti lascio andare se smetti di fare cazzate altrimenti dovrò sedarti e mi servi cosciente -
Il ragazzo annuì muovendo la testa e subito le mani lasciarono la presa.
-Tu non sai cos’ho passato nella mia vita. Tu non sai quanto ti ho invidiato; eri un ragazzo come me, un ragazzo come gli altri. Avevi gli stessi problemi che avevo io, ma tu ce l’hai fatta e io no. Io sono rimasto nella stessa merda in cui siamo cresciuti. E tu ora pagherai perché se c’è davvero una giustizia avrai quello che meriti –
Lo fissò negli occhi, ora lo vedeva.
Billie sussultò vedendo il viso dell’uomo avvicinarsi e diventare più nitido. Erano passati anni, tanti, troppi..
Aveva riconosciuto quel viso anche a distanza di tutti quegli anni, tra un milione di persone. Quegli occhi non li avrebbe mai scordati. Gli tornò alla mente una parte della sua vita, molto dolorosa, una storia che affondava le radici nei suoi tristi ricordi di ragazzino di provincia. Un’amicizia, una partenza, un tradimento, egoismo.. e tante emozioni che tornavano a galla tutte insieme, tanto da confonderlo..