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| Sbraita, urla ‘Trieste’ più e più volte, si agita sul palco ma niente da fare perBillie Joe Armstrong e i suoi Green Day sbarcati nel capoluogo giuliano con il loro “99 Revolutions Tour”. La band californiana non riesce infatti a coinvolgere quasi mai il difficile e notoriamente freddo (saranno gli inverosimili 14° di maggio?) pubblico triestino. Complice forse l’incessante pioggia che accompagna tutto il concerto e un volume, quello del mastodontico impianto stereo, definito da molti fans ‘da ricreatorio’ (tradotto: troppo basso) per risaltare le note e le parole di una band dalla caratura mondiale.
Al di là di tutto questo, fra bestemmie e prese in giro all’uomo medio americano, i Green Day confermano ancora una volta la loro fama di star punk-rock controcorrente, che se ne fregano del cosiddetto ‘politically correct’. Nella maestosa cornice di Piazza Unità la band originaria di Berkeley alterna molti pezzi del vecchio e del nuovo repertorio, dai più classici “Basket Case” e “When I Come Around” ai più recenti “American Idiot” e “Oh love”.
Paradossalmente chi convince più dei Green Day, seppur attirando un pubblico notevolmente ridotto, è un’altra band punk rock ,questa volta di salsa nostrana, ovvero i Myspace Invaders esibitisi nell’after party del concerto, organizzato da “Trieste Is Rock”, allo stabilimento Ausonia.
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