Green Day all'I-Wireless Center, Moline, IL 29/3/2013

Recensione del concerto
E' stato un anno difficile per i Green Day, i padrini del punk rock che hanno bruciato il palco per un concerto incredibilmente divertente Venerdì sera al I Wireless Center di Moline del loro tour mondiale.



Conflitti interni, scanditi da problemi di abuso di sostanze e successiva riabilitazione del cantante / chitarrista / compositore Billie Joe Armstrong, è il risultato del ritardo di sviluppo commerciale e di critica per i loro nuovi album, "Uno!", "Dos" e "Tre!".



Ma è quei bassi che rendono gli alti tanto più pronunciati, mentre la band ha dimostrato nella sua recente resurrezione, i membri della band hanno dimostrato ancora una volta le loro prestazioni fenomenali Venerdì sera. Questa è la sesta volta che vedo i Green Day, e questo concerto avrebbe potuto essere il migliore.



Armstrong, il bassista Mike Dirnt, il batterista Tre Cool, ed il secondo chitarrista e corista Jason White erano le stelle apparenti. Ciò che veramente ha preso la scena era l'incredibile rapporto della band con i suoi fan, e il senso palpabile di divertimento e di esuberanza che ha elettrizzato la serata.



Tutto è iniziato con "99 Revolutions", Armstrong è stato un parafulmine di verve inarrestabile, l'esecuzione come un uomo che era stato al funerale della sua carriera e se ne andò promettendo di cambiare il necrologio.



Egli non si è limitato a comandare la scena, l'ha condivisa spesso e volentieri, letteralmente, con i suoi fan, in quello che spesso sembrava più una festa in casa che un concerto in arena, con simpatici scherzi, cover eclettiche che spaziano dai Beatles agli AC / DC e una sensibilità che ha ricordato ai fan esattamente il motivo per cui si sono innamorati di questa band, in primo luogo.



"Holiday", "Know Your Enemy" e "Stay the Night" sono stati un power pop scintillante con un'impennata di cori.



Dalle prime note di "When I Come Around", il pubblico era estasiato, e il basso elastico di "Longview" saltò in una frenesia di chitarra per alimentare la folla. Il riff di "Basket Case" ha spronato i fan in massa a pogare, e "She" è stata l'oscillazione e la gioia.



Sono stati 40 minuti di spinta non-stop e riff turbolenti prima della tregua di "Boulevard of Broken Dreams", che, tuttavia, era impregnata di una vitalità tutta sua. Il riff di chitarra di Armstrong ha agito come una guida per il pubblico che ha cantato quasi l'intera canzone, spingendo il cantante ad abbandonare il palco, in quello che sembrava un emotivo, momento trascendente, migliaia di parole che riecheggiavano sconosciute una volta che esiste solo nella solitudine della sua anima.



E' stato così strano, sentire una canzone così intrisa di solitudine e disillusione trasformata in un inno di comunione tra artista e pubblico.



"Siete con noi, Quad-Cities?" ha chiesto Armstrong più volte nel corso della serata.

dookie. posso sapere il tuo nome?