CITAZIONE
Se vorrai essere così gentile da ampliare queste righe
Credo che ogni pensiero sia concepito sotto forma di energia, la stessa bioenergia di cui è composta l'aura. Questa energia è perfettamente percepibile da un altro essere vivente, a seconda della capacita di ognuno di manipolarla.
CITAZIONE
Tu mi stai dicendo che ogni essere vivente ha un'anima.
Mi stai dicendo che miei due cani ce l'hanno, che ce l'hanno i cavallucci marini, le piante e i coralli.
Te lo immagini un Corallo Spugna la cui anima immortale continua la sua esistenza anche dopo che lui è stato trasformato in spilla?
O un pesco con la coscienza. Terribilmente moralista.
Muore in un caminetto e la sua anima riempirà quei luoghi per sempre.
Ti sto dicendo proprio questo.
Credo che i tuoi cani abbiano un'anima, credo che ce l'abbia il mio coniglio e il pidocchio che abita la folta capigliatura del mio vicino di casa.
Perché no, dopotutto? Ogni essere vivente ha vita e capacità di pensiero, sempre a parer mio. Come farebbe altrimenti a fare quel che fa naturalmente? Semplice istinto?
CITAZIONE
L'istinto è un impulso di origine psichica o motivazione che spinge un essere vivente ad agire per la realizzazione di un particolare obiettivo, mediante schemi d'azione innati ed, appunto, "istintivi".
Chi ci da la convinzione che l'istinto non faccia parte della capacità di pensiero dell'essere vivente stesso? Non credo che il mio coniglio sia "programmato" per mangiare fieno, correre e riprodursi, per poi morire e rendere così inutile la sua esistenza; ha una reazione alla mia presenza, decide, in base alla situazione, se scappare, leccarmi o farmi esplodere la carotide con un morso. Il mio coniglio ha, quindi, capacità di pensiero e decisione, oltre all'aura, di conseguenza, sempre e comunque secondo quello che credo, un'anima.
Per gli esseri vegetali, mi permetto:
CITAZIONE
"Il dogma di Aristotele che le piante hanno l’anima, ma non le sensazioni, hanno dichiarato gli studiosi americani Tompkins e Bird nel volume "La vita segreta delle piante", è rimasto incontestato per tutto il Medioevo, e fino al XVIIIº secolo. "Solo allora", hanno dichiarato i due studiosi, "lo scienziato Carl Von Linné, iniziatore della botanica moderna, proclamò che le piante si differenziavano dagli animali e dal genere umano soltanto per l’assenza del movimento; tale concetto fu poi superato da Charles Darwin, il grande scienziato del XIXº secolo, che dimostrò come i viticci, per esempio, abbiano una propria capacità di movimento indipendente. Per dirla con le parole di Darwin, le piante si valgono di tale capacità e la rivelano soltanto quando se ne avvantaggiano".
All’inizio del XXº secolo uno stimato biologo viennese, Raoul France, avanzò l’ipotesi, rivoluzionaria per i fisici contemporanei, che le piante muovessero il proprio corpo liberamente ed in modo aggraziato, al pari del più abile corpo animale o umano, e che soltanto la maggiore lentezza di movimenti delle piante ci impediva di notarlo. "Quando il viticcio, che forma un cerchio in sessantasette minuti, trova un appoggio, entro venti secondi comincia ad avvilupparlo e in meno di un’ora vi si è attorcigliato così saldamente da rendere difficile la rimozione. Il viticcio, poi, si avvolge a spirale come un cavatappi, e così facendo solleva il tralcio verso di sé".
Cosa c’entra tutto ciò con la parapsicologia? É presto detto. Queste azioni presuppongono una sorta di "pensiero", di "volontà" da parte delle piante. E se nelle piante esiste un pensiero sensoriale, può esisterne uno extrasensoriale.
"Circa l’esistenza di un pensiero vegetale", sostiene il parapsicologo Roberto Volterri, "si potrebbero citare moltissimi esempi. Ma bastino, per tutti, due: quello della Drosera che cattura la mosca con precisione infallibile, muovendosi nella direzione ove si trova esattamente la preda da ghermire, e quello dell’altra notissima pianta carnivora, la Dionea, chiamata in America "pigliamosche di Venere". Essa è una pianta di palude, ben coltivabile sul suolo acido. La sua caratteristica è, lo abbiamo detto, di essere carnivora.
Non capita spesso, infatti, di vedere una pianta che ha dei movimenti rapidi e ancor meno capita di vedere una pianta che con questi movimenti cattura un insetto, lo uccide e poi lo digerisce in santa pace. La digestione dura da 9 a 35 giorni, secondo le dimensioni e la composizione del cibo catturato, dopodiché le foglie "trappola" della Dionea si riaprono.
Se la pianta cattura una mosca, a digestione compiuta, verranno espulse le ali e le parti chitinose indigeste. Ponendo invece nelle trappole un corpicciolo di composizione inorganica, ad esempio un sassolino, la trappola si riaprirà e lo lascerà cadere nel giro di poche ore. Non ci deve, forse, far pensare, tutto ció?
É davvero per una strana coincidenza che l’orchidea Trichoceros parviflours renda i suoi petali simili alla femmina di una varietà di mosche, così che il maschio, tratto in inganno dalla perfetta imitazione, tenti l’accoppiamento, impollinando così l’orchidea stessa? Oppure che la Stapelia variegata crei un odore straordinariamente simile a quello della carne in putrefazione, in zone ove abbondano solo le mosche?".
"Le piante", sostengono sempre Tompkins e Bird, "sono anche sensibili all’orientamento e... al futuro. Pionieri e cacciatori delle praterie nella valle del Mississippi scopersero una pianta girasole, il Silphium laciniatum, le cui foglie indicavano loro esattamente i gradi della bussola.
La liquirizia indiana, o Arbrus precatorius, ha una sensibilità così acuta per le induzioni elettriche e magnetiche di ogni genere, da essere usata come pianta meteorologica. I botanici che per primi la sottoposero ad esperimenti nei Kew Gardens di Londra trovarono in essa un mezzo per predire cicloni, uragani, tornado, terremoti ed eruzioni vulcaniche".
In questo caso la pianta reagiva a vere e proprie percezioni extrasensoriali, recanti in sé informazioni provenienti dal futuro.
Quanto alle Dracene, esperimenti condotti dal parapsicologo ed agente CIA Cleve Backster sin dagli anni Sessanta hanno permesso di appurare che esse sono telepatiche. I ricercatori applicavano dei sensori alle foglie delle piante; subito dopo nel laboratorio entrava uno sperimentatore, incaricato di agire sulle stesse. Incredibile a dirsi, i sensori reagivano quando lo sperimentatore stava per annaffiare le piante, registrando uno stimolo elettrico affine ad una sensazione di piacere. Ma se lo sperimentatore pensava di voler tagliare alcune foglie alle Dracene, queste producevano un’acuta scarica, come di paura. Se infine lo sperimentatore pensava di voler "far del male" ad una pianta, ma segretamente non era intenzionato a farlo, le Dracene, intuendo il bluff, non mostravano alcuna reazione chimica. Lo stesso accadeva anche con le piante di Filodendro.
Tutto ciò non dovrebbe stupire più di tanto. Le fotografie Kirlian hanno dimostrato che anche le piante hanno l’aura. E quindi dispongono di energie paranormali.
Poteri telepatici a parte, che la piante abbiano una sorta di intelligenza, almeno questo, è dimostrato ed accettato dalla scienza ufficiale. Prendiamo ad esempio un diffusissimo tipo di felci, dal nome scientifico di Dicranopterus cyatheoides. Si tratta di una pianta che risale all’epoca dei dinosauri, una felce leggermente tossica che, se ingerita inavvertitamente, provoca un’eruzione nel cavo orale. Una teoria vuole che queste felci abbiano sviluppato la loro tossicità proprio nel Giurassico, allorché la vita vegetale era gravemente minacciata dai branchi di erbivori giganti che consumavano ogni giorno tonnellate di piante, per difendersi dai dinosauri erbivori. Le piante si evolvono come ogni altra forma di vita e, col tempo, hanno sviluppato dei meccanismi di difesa. Le acacie, per esempio, producono nelle foglie grandi quantità di tannino, una sostanza letale per quelle giraffe che non si lasciano scoraggiare dalle spine lunghissime che queste piante mettono in bella vista. E proprio le acacie hanno sviluppato un originalissimo sistema di comunicazione e difesa. Si tratta di un vero e proprio allarme chimico. Quando un erbivoro, solitamente antilopi e giraffe, comincia a brucare un’acacia, questa diffonde etilene nell’aria, e questo spinge tutte le altre acacie vicine ad intensificare la produzione di tannino. Nel giro di pochi minuti tutti gli alberi nei dintorni producono un’elevata e tossica quantità di tannino. E in questo modo riescono a proteggersi "abbastanza" dall’assalto degli erbivori (se vi interessa la sorte delle giraffe, sappiate che col tempo esse si sono fatte furbe. Brucano le acacie solo per un periodo breve e non appena la produzione di tannino aumenta, si spostano di qualche metro, in cerca di altre acacie che non abbiano ancora percepito il segnale odoroso)."
(:
CITAZIONE
Inoltre convengo eleverebbe noi poveri buoni a tremendi e disgustosi assassini:
abbiamo trucidato e sventrato anime ed anime di formiche e di vitelli dagli occhi grandi come quelli di un ragazzino in tutti questi secoli, che adesso sono nel vento.
Oppure no. Oppure dove. Dove sono andate, se non sono morte, chi ha costretto le anime alla punizione immortale, ad altri mille anni d'orrore?
E tutti i fiori che sradichiamo dal cuore della terra, come bambini strappati all'abbraccio della mamma scaraventati nel freddo di un pavimento, le loro anime dove vanno?
Parli con uno a cui dispiace, letteralmente, la morte di una cavalletta, di un'ape, come di una pianta di avocado. Abbiamo trucidato miliardi e miliardi di anime, io compreso, ma non certo per il gusto di farlo; semplice egoismo inconscio, il perseguire come prima priorità, semplicemente per sopravvivere, il benessere proprio, tralasciando quello altrui, più che mai presente in ogni essere vivente, ma questo lo sai tu meglio di me
Dove vanno, poi.. Non ne ho alcuna prova materiale, quindi non vado oltre la dubbia convinzione che rimangano al di sotto dell'esosfera.
Comunque mi è più di una volta capitato di percepire quest'energia, la cui positività o meno è facilmente distinguibile, la stessa energia che emana ogni essere vivente, la stessa multi colorata energia che ogni giorno ho la fortuna di poter ammirare.
Puoi contraddirmi facilmente, e ne avrai più di un valido motivo, ne sono consapevole. (:
CITAZIONE
a seguito della tua spiegazione vorrei presentarti quel benamato cittadino che è il dubbio.
Il dubbio.. ci sono dentro fino ad oltre il collo, da vent'anni, almeno. Non che mi dispiaccia.
"Il dubbio è il lievito della conoscenza", dice uno storico d'Arte romano, Alessandro Morandotti, pensiero che mi ritrovo a condividere pienamente.
Cosa saremmo noi senza il dubbio, che ha dato vita alle più grandi domande e alle migliori risposte?
Ma anche questo lo sai, meglio di me. (:
Queste, comunque, sono buona parte delle mie convinzioni sull'argomento e, per quanto tutto questo possa essere assurdo e poco credibile, più di una parte di quello che ho scritto è parte della mia vita quotidiana, altrimenti avrei evitato di scriverlo, semplicemente. Ci penso, comunque, e ripenso, molto, troppo spesso.
CITAZIONE
Tralasciando il mio sgradevole sarcasmo
Anche il sarcasmo è una forma d'Arte, che ho imparato ad ammirare ed amare.