Ok grazie a tutti per l'incoreggiamento, ne avevo bisogno ...
dato che io sono nottambula scrivo di nuovo a tarda notte...
...
Respiro l’aria di città a pieni polmoni, camminando velocemente. Svolto decisa in quella stradina sulla sinistra, dove non arrivano neppure i raggi del sole. Ecco, lì. Quella strada che ormai conosco a memoria.
Mi fermo di fronte alla porta di legno e tiro due violente ditate al campanello.
La porta si apre in fretta e mi appare di fronte il viso tondo di Adrienne. Attimo di reciproche imprecazioni silenziose, poi il grosso labrador di Willy riesce a intrufolarsi tra le gambe di Adrienne abbaiando e saltando con le zampe anteriori sui miei pantaloni, rompendo il silenzio.
“Oh. Sei te. Che vuoi cerchi qualcuno?” mi chiede Adrienne con la solita ostilità.
“No. Voglio solo stare un po’ qui. Mi fai entrare?” dico. E il tono non è quello di una richiesta educata.
Lei non dice nulla ma si sposta dalla porta e mi lascia entrare, andando a sedersi sulla poltrona sventrata di cui rimane soltanto la gommapiuma a vista.
Dentro come sempre l’atmosfera è nebbiosa, a causa del fumo che aleggia nell’aria, ma la saletta non è troppo affollata per fortuna: ci sono soltanto Willy che russa beatamente stravaccato a pancia in su sul divano, Mary che fissa imbambolata la tv fumando distrattamente una sigaretta, e il cane di Willy che è intento a leccare la mano del suo padrone che ricade abbandonata sul pavimento. E Adrienne, ovvio.
“Ciao Meg.” Borbotta Mary distogliendo appena lo sguardo dallo schermo.
“Ciao Mary.” Rispondo, sedendomi accanto a lei.
“Come mai qui?” chiede.
“Ecco. Me lo chiedevo anch’io.” Interviene tagliente Adrienne.
“Ci dev’essere per forza un motivo?” rispondo io. E in realtà me lo chiedo veramente perchè cazzo sono venuta in saletta a sentirmi i commenti taglienti di Adrienne.
“Beh. Se è così io me ne vado a casa. L’aria si è fatta pesante.” Dice Adrienne prendendo la sua sacca e dirigendosi con decisione fuori dalla porta, salutando il cane con una carezza frettolosa e Mary con un gesto della mano altrettanto frettoloso.
“Oh. Grazie a Dio…” commento io, sinceramente felice che Adrienne si sia tolta dai piedi.
“Ma perchè state prese così voi due? Non ho mai capito perchè vi odiate.”
Sospiro. “Storie vecchie.” Rispondo.
“Abbiamo tutto il tempo… che cazzo c’è d’altro da fare in questo posto?”
Ormai devo per forza cominciare a raccontare.
“E’ lei che ce l’ha con me da quando mi sono messa con un tipo che le interessava.” Cazzo. Ma è veramente passato tutto questo tempo? “In pratica lei in quel periodo se lo scopava, ma non stavano insieme, almeno, lui pensava di no, io non lo so lei cosa pensava. Fatto sta che a un certo punto il tipo si è messo con me e lei si è incazzata e da allora mi odia. Sembra…che faccia tutto quello che è in suo potere per rovinarmi l’esistenza.”
“Già.” Dice Mary e la conosco troppo bene e da troppo tempo per non accorgermi che il suo tono non promette nulla di buono. “Come ha fatto con Billlie Joe, no? Quando stavate insieme…allora era per questo che ti eri incazzata così tanto.”
Ecco appunto. Perchè sono venuta in saletta? Non riesco a ricordarmelo…
“Sì. Esattamente.”
“Cos’è che aveva fatto?”
Ma lo fa apposta, cazzo?
“Beh sai gli è saltata addosso cercando di baciarlo…”
E quando Billie Joe in preda a un attacco assolutamente inspiegabile di fedeltà le ha detto di non provarci neanche, lei ha cominciato a recitare una nutrita lista dei miei difetti e dei buoni motivi per cui avrebbe fatto meglio a lasciarmi. Ma questo non glielo dico perchè vorrebbe di sicuro sapere tutti i punti della ricca lista di Adrienne e non mi va di renderli pubblici.
“Sì beh. Tra l’altro Billie Joe è sempre andato pazzo per Adie, è stato malissimo quando lei lo aveva mollato, quindi fossi in te lo considererei un gesto di fedeltà notevole.” Commenta Mary.
Le spaccherei volentieri la faccia con un pugno. Poi mi ricordo che le voglio troppo bene per fare un gesto del genere. In fondo è lei che mi ha presentato Billie Joe. Va bene. Questo è un punto a suo svantaggio.
“Sì. Boh. Forse.” Ecco lo sapevo mi viene di nuovo da piangere. Cazzo.Non adesso, no, non adesso!
“Meg? Che c’è?” mi chiede Mary. E quando me lo chiede con quel tono non mi trattengo e le vomito addosso tutto.
“Mary mi manca, mi manca da morire, voglio che ritorni tutto come quando ci eravamo appena conosciuti...”
“Beh, Meg, non è facile accettare la rottura così su due piedi.”
“No, io non rivoglio lui…rivoglio me e lui com’era quando ci eravamo appena conosciuti. La nostra storia ha fatto schifo, a parte il primo mese non siamo stati senza litigare nemmeno per una settimana di seguito, nemmeno una volta. Ci siamo lasciati e ripresi almeno sei volte…Voglio…quella freschezza che c’era all’inizio, voglio riuscire ad amarlo di nuovo come lo amavo all’inizio.”
Mary si alza e cerca il telecomando, lo trova e spegne la tv “Se ti manca quella sensazione puoi conoscere qualcun altro. Figurati se Kate con tutta la gente che conosce non riesce a presentarti qualcuno che ti piace…”
“Credi che non ci abbia provato? Non ci riesco non mi interessa nessuno se non è lui.”
Mary sbuffa, più confusa che scazzata, e si lascia cadere di nuovo sul divano sfasciato: “Cazzo. E io che credevo di essere una persona complicata. Vediamo se ho capito bene: ti senti sola ma non vuoi conoscere nessuno che potrebbe potenzialmente piacerti. Primo punto: perchè?”
“Te l’ho detto, perchè io non voglio nessun altro, voglio lui.”
“Beh, sai benissimo che lui non ti odia, ci tiene a te, ti vuole ancora bene. Potresti riprovarci."
Dio, quante volte mi sono ripetuta questo dialogo nella testa “No, non voglio. Non sarebbe la stessa cosa perchè ormai lo so che lui non mi vuole come lo voglio io. Magari mi vuole bene, sì, ma io lo amo.”
“Lo vedi? Vuoi lui ma non lo vuoi! Cazzo, non ti riconosco più, un tempo ti incazzavi, reagivi, non ti saresti neanche sognata di startene qui in sta saletta di merda a piangerti addosso. Ma se quello che vuoi allo stesso tempo non lo vuoi come si può fare a farti tornare normale?” mi chiede con veemenza, nel tentativo (fallimentare) di scuotermi.
“Devo trovare qualcuno che amo, che non mi faccia avere paura, con cui fare l’amore. Ma io amo solo lui, quindi la risposta è: niente. Non si può fare niente. Non tornerò mai normale, anzi, questa è la mia nuova normalità.” Fa male ammetterlo, ma è così.
Mary desiste: sospira di nuovo e borbotta “Sì. Stai proprio presa una merda. Mi sento in colpa che te l’ho fatto conoscere io quell’idiota. Sembra che tra te e lui non riusciate a fare una cosa giusta neanche pregando.”
Che dolce conforto. Mary è fatta così. Fa perfino sorridere.
“Che poi mi stavo chiedendo: come cazzo si chiama 'sto cane?” dice grattando le orecchie al cane di Willy.
Ha davvero desistito, ha cambiato discorso e non ritornerà su quello vecchio per nessun motivo.
Sospiro anch’io: “Non lo so…però ha una coda buffissima.”
“Secondo te…perchè l’evoluzione naturale non fa tornare la coda agli umani?”
Decido di seguire il trip di Mary. Metto in fila qualche stronzata da dire, una frase dopo l’altra, finchè non ci addormentiamo tutti, cullati dal lento russare di Willy e accompagnati dalla linea fumosa che si alza dalle sigarette che si consumano tra le dita.