Marchigiano

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W_GREEN_DAY
view post Posted on 2/11/2009, 09:27




ehi bella gente!!! anke io sono delle marke però in un paesino in provincia di macerata!!! volevo dire ke nelle marche ci sono tanti dialetti: ogni paese ne ha uno proprio... certo si assomigliano però sono anke un po' diversi!! alcune parole del mio paese:
gimmo:andiamo
do si gitu:dov sei andato
là pe u greppu:sull'erbaccia
che e piji n'corpu:ke ti prenda un colpo
ma sbigiato:soo scivolato
que ne so: che ne sovò de prescia: vado di fretta
a'nsalata mareja: l'insalata è cattiva

e poi x adesso non mi vienein mente nient'altro!!!
 
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"QueenForADay"
view post Posted on 25/4/2010, 15:47




CITAZIONE (†Bloodshot-Deadbeat† @ 12/1/2009, 20:54)
CITAZIONE (gaijin.girl @ 12/1/2009, 19:14)
altre parole o espressioni tipiche... vediamo un pò..
(io sto in provincia di pesaro)
andiamo = gim
cosa vuoi? = sa vo?
cosa fai?= sa fè?
ecc ecc ecc

Vero vero!!
provincia di Pesaro? Pure io!! Di dove sei precisamente?

Di dove siete di preciso?? Io abito a Casteldelci non so se avete presente...è uno dei 7 comuni che sono appena passati dalla provincia di Pesaro alla provincia di Rimini!
 
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.:FollementeMeStessa:.
view post Posted on 23/6/2010, 21:37




Gente io sono di Pesaro!! W la scavo :ASDASD: Cmq c'è anke:
Bed a gì: ma va via o anke lascia andare (quando qualcuno dice una cazzata xD) Non sono ben sicura di come si scrive, lo scrivo come si dice
Cot dà i nombre?: cosa dai i numeri?
Cot fa?: cosa fai?
Dot va?: Dove vai?
E robe così :sisi:
Comunque questa è una poesia di Pasqualon (poeta pesarese):

Signori gentilissimi
Sti giorne a jò impared
Che i versi miei vernacoli
I è poch desidered
Perché si stenta a leggere
Ste mi dialett bsares.
Non tutti lo capiscono
Parchè l'è mezz frances.
Così diceami un critico:
"Mo scriv in italien
Che tutti lo comprendono
E tè t' giriss più ben.
Declama il verso italico
Alora t' fa i baoch",
Ma un altro sussurravam
"T' sariss un papaloch.
Saresti tu per credere
Parland a us letered
Che tutti riderebbero
Listess cum pel passed?
Quel frizzi che movevano
Le fodre di giuben
E quei che spalancavano
Le bocch di cuntaden
Quei detti che fiutavansi
Da i nes intabached
Movean le vesti ai medici
Le togh ma i avoched
Seri versi insuperabili
Mo messi in italien
A branchi abbaierebbero
Listess cum bàia i chen"
In questa via trovandomi
Tramezi. a do martei
A l'un e a l'altro subito
Mè a cerch da contentei:
Cori un lavor reciproco.
Da matt già benintes.
Facendo un verso italico
Misted sa chei bsares.
Che la moderna logica
Ce dic. s'a i vlem gi dritt.
Servir convien due popoli
Magnè la papa e zitt,
Ma contro l'impossibile
Me a vagh in tun st'moment,
L'intruso insopportabile
Lavora più content
Tirando il suo gran mantice
Battend sal su martel
Farà una nuova critica:
Che roba dai scorcel!
Che schiavitù. che secolo!
S'i ved a bata un chiod
La sua tutti gli dicono.
Nisciun pò fè a su mod.
Rammenterò la favola
Ch' me ciciva ci porzi
E questa è molto analoga
De quel che me a v' voi dì.

C'era una volta un villico
Sal fiol mezz. incanted.
Avean con loro un asino
I giva in sei marched,
Siccome il vecchio rustico
El giovne più intontid
Tenean la bestia libera
E lori i giva a pid
Diversi che osservavano
Un quedre bel acsé
A tanta stupidaggine
I à cuminced a urlè:
"Che imbecilli uomini
Che raza d' papagall
Aver la bestia, o stupidi.
E d'en monte a cavall!"
Fra sé il vecchio barbottola:
I avria ragion, cle gent".
E subito si arrampica
Parsues da fei content.
Inforca il suo quadrupede
S' mett a cavall benben
E il figlio dietro andavagli
Tirand i sass ma i chen:
E fatto già un chilometro
I arsent 'n antre schiamazz.
Da altri che osservavano
Le gamb de chei ragazz
Che quasi si piegavano.
I à cuminced a urlè:
"O vecchio rincrescevole
Mo smonta gió da lè.
Non vedi il tuo unigenito
Ch'en pò caminè pió?",
E il vecchio giù in un attimo
Mal fiol fa monté só.
Lì a poco quattro uomini
Vedend ma st' ragazacc
Che tutto insuperbivasi
Sopra ste sumaracc
E il veglio trascinavasi
Sal su cappel sle men
Mostrando il crin suo candido
I emincia a lè un bachen
E contro il figlio scagliano
i colp e i accident.
E tutti gli ripetono!
"Mo eri t' ne vargogn pargnent
A un vecchio così debole
Fel vnì diditra a pid?
Non osi di soccorrerlo,
Brutt pezz dun invornid?"
costui fra le vertigini
L'era par smontè gió
Ma il padre disse: "Fermati!,
Stà bon. ch'a i stem tutt dó".
E tutti due tenendosi
Ben fort par en caschè.
Ma l'asino storcevasi
Ch'en vleva caminè.
E questi due trovandosi
Tramezz a tant question
Da orbi lo battevano
Ch'i à rott quatre baston:
A questo gran spettacolo
È curs na mucchia d'gent,
Se presto non scendevano
Succ'deva un mazzamcnt
Per quel paziente martire
Ch' 'n i pudeva portè:
"Abbasso!". in cor gridavano!
En c'era da scherzè.
Ma dopo poi che scesero
Tutt clori i s'è sparid
E il padre e il Figlio e l'asino
I è armast tutti tre a pid.
L'un l'altro poi guardandosi
Nisciun savea cum s'fè.
Montar più non osavano
E manca a caminè.
Il vecchio più bisbetico
Trovandose in tant imbroi
Legò le zampe all'asino
Par en trovè piu noi.
Poi mise una gran pertica
Travers ma l'animel.
A spalla lo portarono
Cum s'porta ma un agnel.
Ognun di voi s'immagini
Che arrivi in sel marched
Ragazzi e donne e uomini
I à fatt dle gran rised:
Quei disgraziati stettero
Fra i urle sin'a nott
Bersaglio di quei critici
Ch'i s'cred d'essa più dott.
Il caso mio è identico.
Mo quant a vegh le brutt
Lego le zampe al diavolo
Acsé a fagli méi de tutt.
A spalla poi portandolo
Insiem sa la ragion
Sospeso alla mia logica
Che quella è un gran baston.
E tutti i suoi malefici
Sa tutt i maldicent
Mi dicati pur cuticola
Mè enn ò paura d' gnent.
Abbasso dunque i critici
Abbass le sue lezion
Abbasso le pettegole
Evviva Pasqualon!

Dopo posto la traduzione xD

È scritta un verso in italiano e uno in dialetto x accontentare sia i critici ke gli dicevano di parlare in italiano, ke altre persone ke gli dicevano di continuare a scrivere in dialetto xD

Abbasso i critici: poesia moderna. - Signori gentilissimi / questo giorno ho imparato / che i versi miei vernacoli / sono poco desiderati / perché si stenta a leggere / questo mio dialetto pesarese. / Non tutti lo capiscono / perché è, mezzo francese. / Così diceami un critico., "Ma scrivi in itahano che tutti lo comprendono / e tu andresti meglio, / declama il verso italico / allora sì fàrai i baiocchi"/ ma un altro sussurravami: / "Saresti un gran cretino, / saresti tu per credere / parlando ad uso di letteratì / che tutti riderebbero / così come per il passato? / Quei frizzi che movevano / le fodere dei giubbini / e quei che spalancavano / le bocche dei contadini / quei detti che fiudavansi dai nasi intabaccati / movean le vesti ai medici / le toghe agli avvocati / son versi insuperabili, / ma messi in italiano / a branchi abbaierebbero / come ahbajano i cani". / In questa via trovandomi / in niezzo a due martelli / l'un e a l'altro subito / io cerco di accontentarli / e on un lavor reciproco / da matti, beninteso!, / facendo un verso italico / mischiato a quello pesarese, / che la moderna logica / ci dice, sve vogliamo andar dritti, / servir convien due popoli / mangiar la pappa e zitti! / Ma contro l'impossibile / io vado in questo momento, /. l'intruso insopportabile / lavora più contento, / tirando il suo gran mantice / battendo col suo martello / farà una nuova critica. / che roba di ascia rozza! / Che schiavitù, che secolo! / Se vedono battere un chiodo / la sua tutti gli dicono, / nessuno può fare a modo suo.. / Rammenterò la favola / che mi diceva il povero zio / e questa è inollo analoga / a quello che voglio dire io. / C'era una volla un villico / con un figlio mezzo incantato / avean con loro un asino / andavano al mnercato, / siccome il vecchio rustico / il giovane ancor più tonto / tenean la bestia libera ed ambedue andavano a piedi / diversi che osservavano / un quadro / così ben fatto / a tanta stupidaggine / cominciarono a urlare: / "Che imbecilli uomini / che rozza di pappagalli, / aver la bestia, o stupidi, / e non montare a cavallol" / Fra sé il vecchio barbottola. / "Avrebbero ragione, quelle genti", / e subito si arrampica / persuavo di farli contenti, / inforca il suo quadrupede / si mette comodo a cavallo / e il figlio dietro andavagli / tirando i sassi ai cani / e fatto già un chilotnetro / sentono un altro schiamazzo / dla altri che osservavano, / le gambe, di quel ragazzo / che quasi si piegavano / hanno cominciato a urlare, / "O vecchio rincrescevole / ma smonta giù da lì, / non vedì il tuo unigenito / che non può camminare più?", /
e il vecchio giù in un attimo / fa montar su il figlio. / Lì a poco quattro uomini / vedendo questo ragazzotto / che tutto insuperbivasi / sopra quel somaraccio / e il veglio trascinavasi / col suo cappello in mano / mostrando il crin suo candido / ciminciano a fare un baccano / e contro il figlio scagliano / i colpi e gli accidenti, / e tutti gli ripetono: / "Ma non ti vergogni per niente / a un vecchio così debole / di farlo venir dietro a piedi? / Non osi di soccorrerlo, /brutto pezzo d'incantato?" / Costui fra le vertigini / stava già per smontare / ma il padre disse. "Fermati!, / sta buono che ci stiamo tutti e due", / e tutti e due tenendosi / ben forti per non cascare, / ma l'asino storcevasi , / che non voleva camminare / e questi due trovandosi / in mezzo a tanti discorsi / da orbi lo battevano / tanto che han rotto quattro bastoni; / a questo gran spettacolo / è corso un mucchio di gente, / se presto non scendevano / succedeva qualche ammazzamento / per quel paziente martire / che non riusciva a portarli: / "Abbasso!", in cor ,gridavano: / non c'era da scherzare. / Ma dopo poi che scesero / tutti sono spariti / e il padre e il figlio e l'asino / sono rimasti tutti e tre a piedi, / l'un l'altro poi guardandosi / nessuno sapeva cosa fare, / montar più non osavano / e nemmeno camiminare. / Il vecchio più bisbetico / trovandosi in tanto imbroglio / legò le zampe all'asino / per non trovar più noie, / poi mise una gran pertica / in mezzo all'animale, / a spalla lo portarono / come si porta un agnello. / Ognun di voi s'immagini / che giunti al mercato / ragazzi e donne e uomini / hanno fatto delle gran risate; / quei disgraziati stettero / fra gli urli fino a notte / bersaglio di quei critici / che si credevano più dotti. / Il caso mio è identico, / ma quando vedo la mal paralta / lego le zampe al diavolo / così faccio meglio dli tutti, / a spalla poi portandolo / insieme con la ragione / sospeso alla mia logica / che quella è un gran bastone, / e tutti i suoi malefici / con tutti i maldicenti / mi dican pur cuticola / io non ho paura di niente. / Abbasso dunque i critici / abbasso le loro lezioni / abbasso le pettegole / evviva Pasqualone!
 
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*Kairi
view post Posted on 1/8/2010, 18:33




ahahha potrei aggiungere anche io qualcosa XD???

nella mia città cmq diciamo dov'è la penna? -> EGLIELA (eccola).
poi dipende___

altre parole (alcune di dialetto mooooooooolto stretto):

mento: scucchia
da nessuna parte : noelle
verbo andare (verbo "JI"):
io vaco, tu vai, isso- essa va, noi jemo, voi jete, essi vanno.
verbo mangiare (magnà):
magno, magni, magna, magnemo, magnete, magnano.
ridere sonoramente: squaqquerà
criticare: ccimentà


al momento non mi viene in mente null'altro...cmq io ed una mia amica teniamo un libro con le parole che le nostre nonne dicono XD! Poi lo rileggo e ve ne trascrivo qualcuna XD__

p.s. si usa molto chiamare le persone FRà XD__

CITAZIONE (W_GREEN_DAY @ 2/11/2009, 10:27)
ehi bella gente!!! anke io sono delle marke però in un paesino in provincia di macerata!!! volevo dire ke nelle marche ci sono tanti dialetti: ogni paese ne ha uno proprio... certo si assomigliano però sono anke un po' diversi!! alcune parole del mio paese:
gimmo:andiamo
do si gitu:dov sei andato
là pe u greppu:sull'erbaccia
che e piji n'corpu:ke ti prenda un colpo
ma sbigiato:soo scivolato
que ne so: che ne sovò de prescia: vado di fretta
a'nsalata mareja: l'insalata è cattiva

e poi x adesso non mi vienein mente nient'altro!!!

sei di civitanova XD??
 
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GreenDay_Armstrong
view post Posted on 1/7/2012, 16:12




io sono di roma... qui il dialetto nn è molto "forte"... tronchiamo i verbi... e diciamo un pò di parolaccie!
 
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19 replies since 13/9/2008, 17:53   518 views
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