Io volevo semplicemente postare dei dati.
Volevo semplicemente palesare dei numeri, perché ormai sembrano solo i numeri a creare le opinioni.
Qua, in Occidente, sembriamo giunti ad un'accettazione del diverso eternamente gratificante.
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Fin troppo-qualcuno dice-
fin troppo.Ci sentiamo affaticati, abbiamo affaticato il nostro patriottismo e immolato parte del cattolicesimo, ma dopo secoli di sufficienza siamo diventati
buoni, e ci appelliamo al diritto di definirci tali:
abbiamo accettato gli insegnati ebrei, legalizzato qua e là i matrimoni gay, detto sì agli immigrati, ai musulmani, alla libertà di culto, alla democrazia, ascoltato gli psicopatici tramite processi ridimensionati.
Lo chiamano
Il Progresso.Non voglio parlare molto, voglio semplicemente dire a tutti questi signori e ad ognuno di voi che leggerà che c'è una differenza troppo grande per tutti.
Una differenza che ci porta giù come un'ancora, e che rende ognuno di noi inevitabilmente razzista.
Non c'è forza, perché sarebbe enorme, per riconoscere chi non parla la nostra lingua, chi è diverso da noi nella forma e nel tatto, chi è troppo diverso da noi.
Gli etologi e i neurobiologi sono sempre più convinti a livello scientifico delle emozioni negli animali, ma sebbene un giorno arriveranno a portarne una prova certa non ho dubbi che per quel giorno avremo mille bugie: per quel giorno l'Uomo avrà un'anima in più, un favore di Dio in più.
Credo che ognuno di noi nella vita abbia avuto almeno un gatto sul cuscino o un cane in fondo al letto.
E allo stesso tempo credo che ognuno di noi abbia bevuto almeno una Coca Cola o mangiato un Mars.
E senza ombra di dubbio quella Coca Cola e quel Mars li abbiamo grazie ad uno scimpanzé con un'arteria aperta e ad un coniglietto con un'infezione piantata nell'organismo senza anestetico.
E al mondo ci sono tantissime persone che mangiano i Mars e bevono il Belté allegramente o si mettono il rossetto.
Tutto quello che abbiamo oggi lo abbiamo grazie ad orrori di altri.
Che sono troppi diversi da noi. E sappiamo cosa succede a chi è troppo diverso.
E mi ripeto spesso che ho ragione, quando penso che come razza siamo dei falliti.
Degli incoerenti assassini bugiardi.
Tutti su Internet abbiamo a disposizione immagini, articoli e video che documentano cosa viene fatto a questi animali.
Ma preferiamo voltarci e accendere la tv.
Altrimenti scopriremmo di essere
cattivi, di una mostruosità inconcepibile.
Abbiamo fatto del mondo un grande Auschwitz.
Eppure quegli stessi scienziati mi hanno insegnato su libri e libri che l'Uomo è un animale anche lui.
Solo gli va di culo che non ce ne sono di più evoluti.
Gli va di culo che non c'è nessuno di più grosso di lui che parla un'altra lingua e fa gli esperimenti sui bambini dai 7 ai 10 anni.
Sorridendo.
CITAZIONE
L' anestesia o l’analgesia sono usate solo nel 15% dei casi e spesso si ricorre anche al taglio delle corde vocali affinché l’animale non possa urlare il proprio strazio, gli animali non solo soffrono a livello fisico, ma anche psichico, a causa di stress, paura, solitudine.
Nel campo delle ricerche psichiatriche e psicologiche non succede quasi mai che agli animali vengano somministrate sostanze che in qualche misura attenuino il dolore.
Alcuni, molto pochi degli esperimenti comportano poco più della limitazione della libertà o la frustrazione. Ma la stragrande maggioranza causa la vera sofferenza, spinta fino al limite della sopportazione e spesso anche oltre, fino alla morte liberatrice.
Talvolta il dolore dura breve tempo ma il più delle volte dura giorni, settimane, mesi, anche anni, fintantoché, infatti, non sia stato determinato il “risultato” dell’esperimento stesso.
CITAZIONE
Nel triennio 2007-2009 sull’altare di una scienza che pare, nonostante i progressi sulle forme di sperimentazione alternative alla vivisezione, tornata all’800, sono stati immolati qualcosa come più di 9400 suini, 97.000 uccelli, quasi 60.000 pesci, circa 1200 scimmie. L’elenco, purtroppo, continua. Alla fine della lista il numero degli animali utilizzati nel triennio arriva a 2.603.671
Mario M. Pascale.
CITAZIONE
Rispetto alla sperimentazione animale senza anestesia, la Lav sottolinea che «gli animali sono vigili sia durante l’esperimento, che comporta fratture, incisioni, innesti, investigazioni sul cervello ecc., che durante tutto il percorso post-operatorio, iter al termine del quale gli animali vengono soppressi. Lo stesso accade nel caso di inquietanti investigazioni psichiatriche su primati senza anestesia, negli esperimenti di xenotrapianto dove le scimmie vengono utilizzate come bacini di organi e nelle stimolazioni cerebrali profonde, con elettrodi, su maiali non anestetizzati». Se il quadro italiano è sconfortante, la situazione in Unione europea non è da meno. In alcuni Paesi il numero degli animali utilizzati e soppressi nei laboratori non tende a diminuire, anzi raggiunge la stratosferica cifra di 12 milioni, con incrementi del 50 per cento delle sperimentazioni,. Un triste primato che vede in testa Francia, Inghilterra e Germania.
Eppure - chiosa l’associazione - esistono centinaia di metodi alternativi di grande efficacia (modelli informatici, analisi chimiche, indagini statistiche come l’epidemiologia e la metanalisi, organi bioartificiali, microchip al Dna, microcircuiti con cellule umane) e altri potrebbero essere messi a punto investendo di più in questo innovativo settore della ricerca. Anni fa sembrava utopia fare ricorso a test senza animali, eppure oggi come emerge dai dati dell’Istituto superiore di sanità il 70 per cento della ricerca biomedica, ovvero della biologia della medicina, non fa uso di animali. Così come per verificare la contaminazione batterica di farmaci, per i test di gravidanza, per diversi test di tossicità su sostanze chimiche (assorbimento cutaneo, mutagenesi e genotossicità, fototossicità, embriotossicità), in molti casi di verifiche igienico-sanitarie su alimenti o in molte esercitazioni a scopo didattico».
Piercarmine Nascatti.
Edited by )##LivingDeadSoul##( - 8/2/2012, 19:49